
Muore Robin Williams, Twitter lo confonde con Robbie Williams.

Ci sono, probabilmente, ancora dei buoni motivi per fidarsi dei quotidiani, cartacei oppure on line e per non affidarsi solo ai social networks: la morte dell’attore Robin Williams, avvenuta lo scorso 11 agosto, ne è un esempio.
Contemporaneamente, infatti, su Twitter sono morte tre persone differenti: all’attore de “L’attimo fuggente” si sono aggiunti il cantante Robbie Williams e il calciatore olandese del Manchester United Robin Van Persie.
E allora, sono partiti subito dei “cinguettii” di cordoglio: per Robbie Williams, pochi secondi dopo la falsa notizia si potevano leggere commenti come Non posso credere che Robbie Williams sia morto, sarai sempre nei miei pensieri eroe, oppure Ho appena saputo della morte di Robbie Williams. Se avete problemi o siete tristi, per favore parlatene con qualcuno, non suicidatevi.
Tweet tutti tanto saggi quanto…sbagliati perché di lì a poco si è capito che l’unico ad aver perso la vita era il vincitore di un Academy Award nel 1997 come attore non protagonista del film Genio Ribelle (Will Hunting).
Un incidente del genere deve far riflettere; tutti ammirano i social network per la rapidità con cui trasmettono le informazioni, per il fatto di essere facili da usare e perché permettono a molta gente di commentare: in questo caso, almeno la rapidità di trasmissione si è rivelata un fattore negativo.
Negli Stati Uniti, la notizia della morte di Robin Williams è arrivata alle sette di sera, tra le tre e le quattro del mattino in Europa: poiché la velocità di reazione è una componente fondamentale della condivisione on line, la confusione è stata ingenerata dal non avere avuto il tempo di (oppure essere troppo stanchi per) verificare la notizia a quell’ora della notte.
Non sono stati i giornalisti a sbagliare, perché il controllo delle fonti fa parte del loro lavoro: sono stati gli stessi utenti (vere e proprie “lepri frettolose” che, come nella famosa favola di Esopo, perdono la gara con la tartaruga) i quali nei social si trasformano in prosumers, consumatori ma anche produttori di notizie.
La velocità nel comunicare da tempo causa incidenti del genere, del tutto irrispettosi della sensibilità altrui come, per esempio, delle famiglie di Robbie Williams e Robin Van Persie.
Ci sono già stati casi in cui una persona, guardando le notifiche sul suo cellulare, ha scoperto che secondo Twitter, o Facebook, avrebbe dovuto essere morta. Se gli utenti "frettolosi" di Twitter vogliono usare il social network per comunicare notizie, devono adottare il calssico metodo del giornalista, che comunica una notizia il più presto possibile, scrivendo l’articolo rapidamente, ma per il quale "scrivere presto" significa comunque scrivere la verità.
Concludendo con la notizia, quella vera, l’attore Robin Williams, protagonista nei film ‘Good Morning, Vietnam’, ‘L’attimo fuggente’, ‘Aladdin’ e ‘Will Hunting-Genio Ribelle’, è morto nella sua casa a San Francisco Bay, California, la mattina dell’ 11 agosto a sessantatré anni. Lo sceriffo di Marin County sospetta che l’attore si sia suicidato asfissiandosi, però la causa della morte non è ancora confermata e sono appena iniziati i rilievi dei medici legali.
di Charlotte Tosti
13/08/2014