
Il Pil in Abruzzo, perfomance discreta
La ricchezza prodotta in Abruzzo, seppur in maniera molto contenuta, cresce. Quest'anno ammonta infatti a 27.764mila euro il PIL (Prodotto Interno Lordo) con un incremento del 3,1% rispetto all'anno 2006. È quanto sostiene una ricerca realizzata da Unioncamere e Istituto Tagliacarne nell’ambito della 126ª Assemblea di Unioncamere, i cui dati per la regione abruzzese sono stati elaborati dall'agenzia giornalistica Dalla A alla V.
L'analisi evidenzia inoltre l'ammontare pro capite del prodotto interno lordo a prezzi correnti, ovvero ottenuto sommando al valore aggiunto ai prezzi base l'ammontare dell'IVA e delle altre imposte indirette nette gravanti sui prodotti e sulle importazioni. Il PIL medio di ogni abruzzese infatti, secondo questi calcoli, ammonta a 21.150 euro e, in particolare, è Chieti con 22.954 euro di PIL per abitante al primo posto in Abruzzo, anche se in realtà ha perso una posizione nella graduatoria nazionale rispetto all'anno 2006. Chieti, inoltre, al 66° posto nella graduatoria nazionale, è la prima provincia del Sud che si incontra in un contesto in cui le prime 65 posizioni della classifica sono occupate tutte da province del Centro-Nord. Seguono Pescara con 20.869 euro pro capite al 71° posto in Italia, Teramo con 20.762 al 72° e L'Aquila con 19.512 al 76°. Analizzando inoltre il PIL complessivo di ogni provincia abruzzese vediamo che l'incremento maggiore e pari al 3,5% è stato raggiunto da Chieti e L'Aquila raggiungendo rispettivamente 8.992mila e 5.968mila euro, seguono Teramo con un incremento del 2,9% e 6.288mila euro e Pescara con un incremento pari al 2,3% e 6.515mila euro.
Considerando il panorama nazionale il divario tra la ricchezza prodotta al Nord del Paese e quella del Mezzogiorno si fa fa sempre più lacunosa. Rispetto al 2006, infatti, nelle regioni più sviluppate del Paese l’incremento della ricchezza prodotta per abitante è stato di 1.143 euro, nel Mezzogiorno di 430. In pratica, la forbice della ricchezza prodotta tra Centro-Nord e Sud si è allargata in un anno di ulteriori 713 euro a testa. Tuttavia, i segnali che giungono dal mondo dell’impresa del Sud sono comunque incoraggianti e possono rappresentare l’inizio di un fruttuoso percorso di crescita socio-economica.
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di Vittorio Bellagamba
15/02/2008