Lavoratori immigrati: è record di richieste da parte degli imprenditori abruzzesi
E’ elevata l’incidenza delle assunzioni di lavoratori immigrati da parte dei datori di lavoro abruzzesi. In Abruzzo, infatti, sul totale delle assunzioni previste nel corso del 2007 (20730) quasi il 30% interessa immigrati, una percentuale davvero elevato considerando che il numero massimo di immigrati da assumere previsto dalle aziende per il 2007 è pari a 6mila. A mostrarlo è l’approfondimento specifico di Excelsior, il Sistema informativo di Unioncamere e Ministero del Lavoro sui fabbisogni occupazionali e le previsioni di assunzione delle imprese italiane i cui dati per la regione Abruzzo sono stati rielaborati dall’agenzia giornalistica Dalla A alla V.
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Facendo una fotografia a livello nazionale risulta che l’andamento delle assunzioni previste prova il carattere strutturale del lavoro immigrato. Ciò non toglie che le imprese italiane appaiano sempre più orientate ad assumere stranieri che abbiano già maturato specifiche esperienze lavorative: circa la metà degli assunti dovrà infatti avere un certo livello di esperienza. In ogni caso, le imprese prevedono sia necessaria ulteriore formazione per il 75,7% delle assunzioni di immigrati, valore elevato ma in linea con gli anni precedenti (nel 2006 il 74,4% e nel 2005 il 76,1%). Ad assumere di più si prevede siano ancora i servizi (134mila gli immigrati richiesti) rispetto all’industria (93mila). Il comparto con la più spiccata propensione a ricorrere a manodopera straniera è, anche quest’anno, quello dei servizi operativi alle imprese, dove la stima di massima (27.100 entrate) arriva a coprire oltre la metà del totale delle assunzioni programmate. Al secondo posto, in termini relativi sul totale dei flussi in entrata previsti per il 2007, si collocano la sanità e i servizi sanitari privati (quasi 15mila), seguiti dal settore turistico (37mila). Alle spalle si ritrovano alcune attività dell’industria: non solo le costruzioni (il cui grado di “etnicizzazione” è evidente con 38mila richieste di lavoratori immigrati nel 2007) ma anche la metalmeccanica (9mila) e, a poca distanza, il legno-arredo (circa 5mila). Se si considera l’incidenza di assunzioni di stranieri sul totale, spicca anche per il 2007 il dato relativo alle industrie della gomma e delle materie plastiche (3mila le assunzioni previste), forse per una scarsa “appetibilità” dei lavori offerti (per le mansioni più a rischio dal punto di vista sanitario) e di quelle dei metalli (14mila). Poche le novità per quanto riguarda la domanda di figure professionali. Sempre consistente è la richiesta di figure medio-basse. Le assunzioni di profili dirigenziali, di elevata specializzazione e di professioni tecniche superano di poco il 6% delle entrate complessive, guadagnando 1,2 punti percentuali rispetto al 2006. In leggera crescita il peso delle assunzioni di figure da inserire in attività amministrative (dal 3,0 al 5,7%), a fronte però di una flessione delle figure relative alle vendite e ai servizi (22,3% rispetto al 24,1% del 2006). Stabile il peso dei conduttori di impianti e assimilati, mentre cresce di un punto percentuale l’incidenza degli operai specializzati e diminuisce di tre punti, rispetto all’anno scorso, l’incidenza del personale non qualificato. La sostanziale stabilità della composizione professionale dei lavoratori immigrati da assumere trova conferma nel rapporto tra assunzioni di lavoratori immigrati e assunzioni di lavoratori italiani, che evidenzia in maniera netta come il peso dei primi sia elevato e vada crescendo solo in corrispondenza di figure medio-basse: nel 2007 per ogni 100 italiani assunti e classificati come personale non qualificato si dovrebbero registrare 118,5 lavoratori immigrati (erano 83 per ogni 100 nel 2006 e 81,8 nel 2005). Appaiono ormai chiare alcune chiare tendenze verso l’etnicizzazione di una serie di professioni, non solo come conseguenza di problemi di reclutamento o delle condizioni di lavoro e retributive ritenute scarsamente appetibili dai lavoratori italiani, quanto anche per una presenza ormai già cospicua di lavoratori stranieri in corrispondenza di alcuni specifici profili. Quest’ultima circostanza ha l’effetto di rafforzare gli stereotipi in ordine alla particolare idoneità dei lavoratori immigrati a svolgere determinate mansioni, dando vita talvolta a possibili barriere all’accesso dei lavoratori italiani ancora disponibili. In particolare, questo processo di etnicizzazione è palese per le professioni di assistenza (assistenti socio-sanitari a domicilio o presso istituzioni, infermieri, ecc.), per gli addetti alle pulizie, nonché per diverse professioni del comparto edile, dell’industria meccanica e della gomma.
di Vittorio Bellagamba
08/02/2008