Imprese femminili, cuore dell'imprenditoria abruzzese
Le imprese femminili rappresentano il 27,7% dell'intero tessuto commerciale abruzzese. Delle oltre 150 mila aziende dislocate su tutto il territorio, le imprese rosa crescono e raggiungono le 41.552 unità a fronte delle 108.505 unità rappresentative dell'imprenditoria maschile. Osservando la dinamica delle imprese a confronto nel periodo più difficile della recente crisi e dei primi segni di ripresa - quello compreso tra giugno 2009 e giugno 2010 - il rapporto mette in evidenza come le imprese femminili si siano comportate in maniera nettamente migliore di quelle maschili. Nei dodici mesi analizzati, le prime sono infatti cresciute dell' 1,83% (pari ad un saldo di 747 unità) a fronte di una crescita negativa (-0,12%) di quelle maschili che hanno perso, nello stesso periodo, -134 unità. Per quanto riguarda la natura giuridica delle imprese femminili, quella più utilizzata al I° semestre 2010 è sicuramente la forma della ditta individuale (68,9% del totale), seguita dalle società di persone (18,3%) e società di capitali (10,8%). Le cooperative (1,7%), i consorzi (0,1%) e le altre forme (0,2%) non riescono ad inserirsi nella tipologia imprenditoriale abruzzese che si orienta di più verso forme più strutturate. Questo risultato è sintomo di una crescente solidità organizzativa e patrimoniale che caratterizza almeno una parte dello sviluppo delle iniziative imprenditoriali condotte da donne in Abruzzo. Questo quanto risulta da uno studio condotto da Unioncamere sulla base del registro delle imprese delle Camere di Commercio i cui dati per l’Abruzzo sono stati elaborati dall'agenzia giornalistica Dalla A alla V. A livello nazionale, l'identikit della donna imprenditrice delinea un quadro molto articolato: ha un'età media di 54 anni ed ha forti aspettative professionali. E' scesa in campo da pochi anni ed è più presente nel meridione. Sempre più spesso si mette in gioco per scelta e non per necessità. Resiste più della media alle ‘intemperie’ del mercato mentre la sua dimensione ideale si conferma preferibilmente quella ‘micro’.Osservando la dinamica delle imprese a confronto nel periodo più difficile della recente crisi e dei primi segni di ripresa - quello compreso tra giugno 2009 e giugno 2010 - il rapporto mette in evidenza come le imprese femminili si siano comportate in maniera nettamente migliore di quelle maschili. Nei dodici mesi analizzati, le prime sono infatti cresciute del 2,1% (pari ad un saldo di 29.040 unità) a fronte di una crescita negativa (-0,4%) di quelle maschili che hanno perso, nello stesso periodo, 17.072 unità. Passando ad analizzare la forma giuridica delle imprese, i dati del I semestre 2010 confermano la numerosità delle ditte individuali femminili, pari al 60,7% del totale seguite dalle società di persone e dalle società di capitali con incidenze pari, rispettivamente, a 22,8% e 14,1%.
di Vittorio Bellagamba
04/03/2011