Un messaggio forte

Grottammare - A Grottammare, Sara Doris ha presentato il suo libro "Ennio, mio padre".

Un falegname con i calli alle mani, le infermiere che si stupiscono del fatto che un malato si preoccupi non di sé e della sua salute ma delle loro condizioni, un amore lungo tutta una vita, la "sua Lina": c'è tanta intimità, tanta quotidianità nel racconto che Sara Doris ha fatto di suo padre, Ennio Doris, al Valentino Resort di Grottammare.

La serata è stata splendidamente organizzata dai Family Banker Mediolanum Massimo Savio e Nicoletta Traini, nell'ambito della 43a edizione della rassegna "Incontri con l'Autore", un pilastro dell'estate rivierasca creato da Mimmo Minuto, a cura dell’associazione “I Luoghi della scrittura” di San Benedetto del Tronto, della libreria “Libri ed Eventi“ e dell’associazione Pelasgo 968 di Grottammare.

Nel libro "Ennio, mio padre", Sara Doris ha scelto di parlare della vita di chi ha cambiato il modo di fare banca in Italia scegliendo dei momenti di svolta, perché di fatto è impossibile fare una cronaca puntuale dell'esistenza di un uomo che ha creato una realtà che oggi vede al lavoro quasi 3.500 dipendenti.  

Il filo conduttore del libro è senza dubbio la capacità di reagire.

Ennio Doris reagisce, da bambino alla sua nefrite diventando uno studente modello, capendo che la possibilità di andare a studiare, in un ambiente dedito invece al lavoro e al commercio, è un privilegio. E con la giacca rammendata donata dallo zio ricco, studia a fondo. Poi, diventa un consulente finanziario e non esita un secondo a capire quanto gli si dice, cioè che i venditori di bestiame di Tombolo non hanno tempo per andare in filiale e dunque deve andare lui a far loro visita: così iniziano una parabola ascendente e un grande amore, visto l'incontro con la sua futura moglie.

Quando il falegname con i calli alle mani gli affida dieci milioni di lire (negli Anni Settanta ci si comprano sette auto "Alfasud", per capire l'ordine di grandezza) e gli chiede di investirli bene, "così fra quindici anni mi potrò ammalare", Doris reagisce intuendo che l'approccio alla consulenza dev'essere globale.

L'idea di "Programma Italia" (poi Banca Mediolanum) nasce lì e nel 1981 si concretizza a Portofino con un incontro con Silvio Berlusconi: anche in tal caso, Doris è lì perché sta reagendo a un imprevisto, per richiedere (e pagare di suo) una consulenza poiché ha venduto dei Pac che, secondo l'Agenzia delle Entrate (strano, eh?) non possono essere considerati detassabili. 

Il resto è storia, anzi Storia con la maiuscola: tutti ricordano i risultati della reazione alla catastrofe Lehman Brothers. Risarcisce i clienti di tasca propria e nessun altro istituto bancario del mondo fa lo stesso, perché il suo è un rapporto di fiducia con la gente. E invita anche tutti a "non aver paura", quando lo urla alla fine della convention del 2009.

Sin dai tempi della trasmissione radiofonica "L'Ottimista", gli italiani in questi anni hanno atteso spesso una parola rassicurante di Ennio Doris, che ha continuato a dispensarle fino alla fine, non solo alle infermiere dell'ospedale ma a tutto il Paese: nella sua ultima intervista a "Il Sole 24Ore", nel 2020, ribadisce la sua fiducia nella...reazione dei mercati alla pandemia, evento puntualmente verificatosi perché ottimista non è sinonimo di sognatore, nel caso di Ennio Doris, ma di analista con i piedi per terra e, diciamolo, anche di grande comunicatore.

Va colto il fatto che in un libro come "Ennio, mio padre", che negli Stati Uniti sarebbe potuto essere il racconto trionfante di un self made man che dal suo appartamento di Tombolato rivoluziona il mondo bancario, emerga invece l'uomo che considera il suo talento nella misura in cui può essere utile agli altri: è una narrazione, quella di Sara Doris, che in maniera molto italiana parla di pedali, biciclette, sacrifici da fare, obiettivi da raggiungere in una gara in cui non si è mai in competizione con gli altri, ma con sé stessi. È ciclismo, non il SuperBowl. 

Ma il fatto che le pagine di "Ennio, mio padre" scorrano via veloci, discrete, che i suoi contenuti siano semplici da comprendere, familiari nel senso pieno del termine perché Ennio Doris è un padre e tutti noi sappiamo quanto un padre ami sua moglie, i suoi figli, è in questa normalità di un uomo per certi versi straordinario che si cela il messaggio forte del libro.

Se, oggi, la cultura di massa quasi impone alle nuove generazioni di scegliere tra carriera e famiglia, se si sente dire sempre di più che il successo non si può sacrificare per "mettere su casa", come ha fatto Ennio Doris a essere l'imprenditore che ha portato la Banca nelle nostre case e, contemporaneamente, un padre e marito così affettuoso e presente?

Perché il messaggio dei mass media che ci viene propinato è sbagliato.
Basta guardare la foto di copertina del libro: un'immagine familiare in un contesto, probabilmente, pubblico è la sintesi del fatto che, se invece di dividerli, i due ambiti vengono condivisi, "c'è anche domani".

(Foto: Foto Studio Immagine - ph: Dino Cappelletti)

di Roberto Valeri

25/06/2024

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