Grano, male la raccolta. Il maltempo dei mesi scorsi ha influito sulle rese

- Cia agricoltori provinciale: “Ci sono misure da attuare non più rinviabili, come riconoscere ai cerealicoltori i costi minimi di produzione”

ANCONA - Grano, il maltempo ha inciso sulle rese. Si stima un calo di produzione che supera il 30%, il prodotto perde anche nella qualità. E’ quanto stima la Cia Agricoltori provinciale di Ascoli. «Con la trebbiatura in corso – spiega Matteo Carboni presidente della Cia Agricoltori di Ascoli, Fermo e Macerata - i dati raccolti sono purtroppo anche per quest'anno negativi. Le forti precipitazioni registrate nei mesi scorsi, in particolare a maggio e giugno, hanno influito negativamente sulla stagione. Il maltempo ha portato ad un forte calo delle rese superiore al 30% ed ha inciso negativamente anche sulla qualità del prodotto, soprattutto per quanto riguarda quello con un basso peso specifico».

«Considerando che i prezzi del grano sono crollati di oltre il 40% rispetto allo scorso anno, mentre i costi di produzione sono rimasti invariati per le aziende agricole si prospetta un vero proprio dramma – aggiunge Carboni – Come Cia provinciale riteniamo che ci siano delle misure da mettere in atto e non più rinviabili come, ad esempio, riconoscere ai cerealicoltori i costi minimi di produzione, ricostituire la Cun, Commissione unica nazionale e l'avvio immediato del Registro telematico dei cereali. Si tratta di una serie di strumenti indispensabili per garantire trasparenza del prodotto e dei prezzi a tutela del produttore e del consumatore».

Un fermo “no” di Cia a chi non vuole riconoscere i costi minimi di produzione ai cerealicoltori e alle frodi che rovinano l’immagine di un prodotto simbolo dell’Italia, e un chiaro “si”, e subito, a maggiori controlli sull’etichettatura, al potenziamento dei contratti di filiera tra agricoltori e industria e al Registro telematico dei cereali con avvio immediato. «Inoltre, va prorogata a livello comunitario la sospensione dei dazi all’importazione su ammoniaca e urea – proseguono dalla Cia - Fondamentale, poi, incentivare la ricerca pubblica e privata per garantire migliori rese e qualità, così come per favorire percorsi di aggregazione produttiva e organizzativa, inclusa l’ipotesi di una interprofessione dei cereali, con una specificità per il grano duro. Si tratta di una serie di strumenti indispensabili per garantire trasparenza sui prezzi e sugli scambi del prodotto a tutela del produttore e del consumatore». Un primo passo in questa direzione si è avuto ieri con la presentazione al ministro della raccolta firme e del dossier delle richieste e delle proposte per salvare il grano al ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, il quale ha garantito che convocherà entro l’estate il tavolo di filiera e il ripristino della Commissione Unica Nazionale.


Il presidente nazionale Cristiano Fini precisa: «Stiamo portando avanti una battaglia di civiltà, per costruire un futuro per i nostri territori la cui economia deve tutto alle produzioni agricole autoctone. È arrivato il momento di dare concretezza a quella sovranità alimentare che al momento appare solo come scritta sulla targa del ministero».

21/07/2023

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