Il terremoto e le sue tante ricostruzioni.
Terremoto e ricostruzione: un binomio apparentemente inscindibile, perché dopo un sisma l’obiettivo è sempre quello di permettere alle popolazioni colpite di tornare a casa, di recuperare le proprie radici, in tutti i sensi.
Parte da questa istanza “Terremoto: Ricostruire Chi e Cosa?”, il convegno organizzato domenica 12 febbraio ad Amandola dalla Fondazione San Giacomo della Marca in collaborazione con la Compagnia delle Opere Marche Sud, la Caritas Diocesana di Fermo e COSVIM Group.
Tante saranno le testimonianze, moderate dal giornalista Adolfo Leoni, a partire da quella del Rettore del Santuario della Madonna dell’Ambro, Padre Francesco Priori; interverranno anche l’imprenditrice ussitana Patrizia Vita e l’imprenditore di Amandola Roberto Di Mulo.
“La sfida del Terremoto – ha dichiarato Massimo Valentini, Presidente della Fondazione San Giacomo della Marca - può essere sostenuta solo da un soggetto e quindi da una comunità sociale capace di far emergere una possibilità di costruzione in questa situazione e quindi di generare percorsi di lavoro e di intrapresa che sappiano valorizzare le risorse dei Monti Sibillini. Solo una Comunità che genera lavoro può permanere radicata in un territorio e quindi avere un futuro. Occorre pertanto ripartire da quelle esperienze ove tale dinamica è già in atto. “
“Ovviamente – ha dichiarato Emanuele Frontoni, Presidente della Compagnia delle Opere Marche Sud – è necessario, doveroso e obbligatorio ricostruire ma sarebbe sbagliato pensare ad una semplice ricostruzione “fisica”, senza ipotizzare la ricostruzione di un modello sociale ed economico, per dare alla gente gli strumenti giusti per tornare ad occupare, a riconquistare i loro spazi in modo tale da dare a paesi e borghi un nuovo futuro”.
La riflessione sui soggetti della ricostruzione per un nuovo sviluppo è a cura del Presidente della Fondazione San Giacomo della Marca Massimo Valentini e, in successione, parleranno di sviluppo e strumenti lo stesso Presidente della Compagnia delle Opere Marche Sud, Emanuele Frontoni, Stefano Castagna, Responsabile del Servizio Civile della Caritas Diocesi di Fermo, il Presidente della Camera di Commercio di Fermo Graziano Di Battista, Lando Siliquini del Laboratorio della Dieta Mediterranea, Marco Simoni, Amministratore Delegato Cosvim, Adolfo Marinangeli, Sindaco del Comune di Amandola ed il Presidente della Fondazione CARISAP Vincenzo Marini Marini.
“Quello che più mi preoccupa – rivela il Presidente della Fondazione CARISAP Vincenzo Marini Marini - è la circostanza che questo terremoto, oltre ai gravissimi danni provocati direttamente alle persone, alle abitazioni, al patrimonio architettonico e culturale, e indirettamente all’economia (penso alle numerose attività turistico ricettive presenti nel nostro territorio, che formalmente non hanno avuto alcuna crepa ma che stanno vedendo crollare il proprio fatturato) sta mettendo a rischio di scomparsa il modello antropologico su cui si è basata la sopravvivenza di intere comunità dal secondo dopoguerra in poi. Tali comunità – ed in particolare le comunità dell’area montana - rappresentano un insieme di valori, di cultura e di tradizioni che si manteneva vivo grazie ad un equilibrio efficace ma fragile. Il sisma pone il problema della possibile estinzione di tutto ciò”.
Alla fine dell’incontro sarà possibile pranzare presso l’Osteria del Lago a San Ruffino di Amandola,
prenotandosi a segreteria@fondazionesgdm.it
di Roberto Valeri
07/02/2017