
Crescita record per le imprese artigiane abruzzesi
È l'Abruzzo, con un incremento dello 0,79%, la regione che mette a segno la crescita più consistente in Italia per il comparto artigiano. Il tasso di crescita, registrato alla fine del terzo trimestre di quest'anno, supera sia quello registrato nello stesso periodo dello scorso anno (0,56%), sia quello registrato a livello nazionale (0,40%). A settembre di quest'anno le imprese artigiane abruzzesi hanno evidenziato un saldo positivo pari a 287 unità a fronte di 741 iscrizioni e e 454 cancellazioni. Lo rende noto un'indagine di Unioncamere e Movimprese i cui dati per la nostra regione sono stati elaborati dall'agenzia giornalistica Dalla A alla V. L'analisi evidenzia inoltre che, tra le province abruzzesi, è Teramo a mostrare il tasso di crescita più elevato (+0,92%) e la maggior incidenza (27%) di aziende del comparto artigiano sul totale delle imprese registrate. Seguono L'Aquila con una tasso di crescita dello 0,84% e un'incidenza pari al 26%, Chieti rispettivamente con lo 0,82% e il 21% e Pescara con lo 0,57% e il 23%. Se, tuttavia, la crescita più consistente è stata registrata nella provincia di Teramo è in realtà Chieti la provincia che detiene il primato regionale per numero complessivo di aziende artigiane che ammonta a 10.341, seguita da Teramo (9.890), Pescara (8.308) e L'Aquila (7.900)
L’andamento del comparto artigiano nell’ultimo trimestre conferma gli effetti della forte ristrutturazione selettiva che sta attraversando il sistema produttivo del Paese, in particolare nei settori tradizionali quali i trasporti, l’industria manifatturiera e il commercio in cui le imprese artigiane sono largamente presenti. In termini quantitativi, il flusso delle iscrizioni indica che la vitalità del sistema artigiano resta comunque alta: a livello nazionale le 29.896 iscrizioni del trimestre scorso rappresentano infatti il valore record degli ultimi otto anni (il 14,1% in più rispetto allo stesso periodo del 2006). A fronte di questo dato positivo, tuttavia, si registra un aumento ancora più marcato delle chiusure (23.893 unità, il 25,4% in più rispetto al 2006). Il saldo derivante dai due flussi (positivo per 6.003 unità) ha pertanto attestato lo stock complessivo di imprese artigiane a fine settembre al valore di 1.492.468 unità. Si tratta soprattutto di attività artigiane che, in numero crescente, nascono utilizzando la forma di società di capitali. Sebbene soltanto il 14,9% dell’intero saldo trimestrale sia stato determinato da queste forme giuridiche (sostanzialmente si tratta di società a responsabilità limitata), la loro velocità di crescita è quasi 6 volte superiore rispetto a quella media del comparto (+2,33% contro +0,4%). I settori economici più diffusi sono quello delle costruzioni, manifatturiero, agroalimentare e anche il terziario.
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di Vittorio Bellagamba
07/12/2007