Imprese: quasi 300 in più tra luglio e settembre nelle Marche
Nelle Marche si chiude con un saldo attivo di 289 unità in più, rispetto alla fine di giugno, il bilancio fra le imprese nate (2.381) e quelle che hanno cessato l’attività (2.092) nel terzo trimestre dell’anno. Il segno ‘più’ continua, dunque, a caratterizzare l’andamento demografico della grande famiglia delle imprese marchigiane (179.841 unità alla fine di settembre). Facendo un quadro complessivo risulta che il tasso di crescita del trimestre è di +0,16%. Disaggregando il dato a livello provinciale si evince che è Ancona la provincia marchigiana con il più alto tasso di crescita di imprese (+0,52%) con un saldo attivo di 244 unità in più, rispetto alla fine di giugno, dove le nuove iscritte sono 714 e quelle cessate 470. A seguire c’è la provincia di Ascoli Piceno con un tasso di crescita del + 0,35% e un saldo attivo di 165 unità in più, rispetto alla fine di giugno, dove le nuove iscritte sono 585 e quelle cessate 420. Fanalino di coda sono le province di Pesaro e Urbino e Macerata, rispettivamente con un + 0,23% e un -0,54. Nel capoluogo pesare si è chiuso con un saldo attivo di 102 unità in più, rispetto alla fine di giugno, il bilancio fra le imprese nate (592) e quelle che hanno cessato l’attività (490) nel terzo trimestre dell’anno. La provincia di Macerata, invece, è l’unica delle Marche a registrare un segno ‘meno’ con un saldo passivo di 222 unità, considerando lo stesso arco temporale, dove le imprese nate sono 490 e quelle cessate 712. Questi i dati più significativi diffusi da Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione trimestrale condotta sul Registro delle Imprese da InfoCamere – la società consortile di informatica delle Camere di Commercio italiane, i cui dati per la regione Marche sono stati rielaborati dall’agenzia giornalistica Dalla A alla V.
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Facendo una fotografia dei dati per settori di attività economica a livello nazionale si evidenzia che la novità significativa è data dalla perdita della leadership della crescita da parte del settore delle Costruzioni. Dopo sei trimestri consecutivi in cui l’edilizia aveva primeggiato tra i settori, il trimestre da poco concluso segna il passaggio del testimone al comparto dei Servizi alle imprese (+6.936 unità per un tasso di crescita dell’1,08%). Seguono le Costruzioni (+6.282 unità, pari a+0,74% rispetto a fine giugno) e dal Commercio (+3.510 il saldo, +0,22% la crescita). All’interno del vasto settore dei Servizi alle imprese, spiccano i saldi delle Attività immobiliari (+3.474 imprese, l’1,25% nel trimestre) e delle Altre attività professionali e imprenditoriali (+2.517 imprese, pari ad una crescita dell’1,01%). Sopra la media nazionale anche la divisione Informatica e attività connesse (+0,61% corrispondenti a 549 imprese in più).Tra i grandi settori, bene quello degli Alberghi e ristoranti (2.758 imprese in più e una crescita dello 0,91%). Si confermano i profondi processi di trasformazione dei settori tradizionali (Commercio, Attività manifatturiere e Agricoltura) che fanno registrare variazioni percentuali dello stock molto modeste (Commercio 0,07%) o addirittura negative (Agricoltura -0,30%; Attività manifatturiere –0,23%).Occorre solo notare che, come si evince da altri dati alla contrazione nel numero delle imprese, non corrisponde una contrazione della produzione e del fatturato per gli incrementi di produttività che anche se in misura diversa i vari settori continuano a conoscere.
di Vittorio Bellagamba
02/11/2007