Marche: le imprese “rosa” non risentono della crisi: + 1,3%
Le imprese “in rosa” confermano di avere una marcia in più di quelle dei colleghi uomini e, nonostante i colpi della crisi, continuano a crescere ad un ritmo superiore a quello medio dell’imprenditoria nazionale. Tra giugno 2010 e giugno 2011, l’universo al femminile delle imprese italiane è aumentato di 9.815 unità, pari ad un tasso di crescita dello 0,7% contro lo 0,2% dei colleghi maschi, a fronte di una crescita media del tessuto imprenditoriale nazionale dell0 0,3%. Alla fine di giugno, risultano pertanto essere 1.430.900, pari al 23,4% di tutte le imprese registrate presso le Camere di commercio.
Osservando i dati regionali, nelle Marche, nel periodo compreso tra il 30 giugno 2010 e il 30 giugno 2011, su una variazione di crescita dello 0,6% di imprese, ben l’1,3% del totale erano imprese femminili. Controllando i valori assoluti, nel secondo trimestre 2011 le imprese condotte da donne aumentano del 3% contro il 2,9% di quelle maschili. Il tasso di femminilizzazione nelle Marche è del 24,1%con una preferenza del 18,2% di forme consorziali come forma giuridica delle attività aziendali (sempre nel periodo giugno 2010/2011). Nel secondo trimestre del 2011 si rileva la massiccia presenza nel territorio marchigiano di ditte individuali, ben 27.779. Controllando le nostre province – sempre da giugno 2010 a giugno 2011 – è Fermo quella che ha avuto il tasso di aumento più alto:2,6% con un aumento da 5184 imprese a 5317. A seguire Ascoli Piceno: 2,1%, le imprese passano da 5850 a 5972. Pesaro e Urbino è al terzo posto con il suo 1,2% (da 9541 a 9651). Ancona registra un aumento dell’1,1% (da 11.767 a 11.895) mentre fanalino di coda è Macerata con un aumento dello 0,4% (da 9842 a 9880).
I dati sono stati forniti da Unincamere e rielaborati per la Regione Marche dall’agenzia Dalla A alla V.
In termini assoluti, i maggiori contributi alla crescita delle imprese femminili vengono da Lazio (2.162 imprese in più), Lombardia (+1.406) e Veneto (+1.313) che, insieme, realizzano il 49,7% di tutto il saldo positivo del periodo esaminato.
Quanto alle vocazioni delle imprenditrici, ad attrarre maggiormente l’universo femminile nel periodo considerato sono stati tanto i settori tradizionali quali ad esempio quello delle Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+3.086 imprese, il saldo maggiore in termini assoluti) e delle attività immobiliari (+1.493), quanto le opportunità offerte da settori più legati all’innovazione come le Attività professionali, scientifiche e tecniche, dove alla fine dello scorso giugno si contavano 1.299 iniziative “rosa” in più in un anno.
La crescita registrata appare, infine, tutta nel segno della modernità nel modo di fare impresa. Le capitane d’impresa, infatti, dimostrano di preferire forme giuridiche più solide e capaci di affrontare il mercato rispetto al passato. Lo testimonia il forte distacco che separa la crescita di consorzi (+5,3%), società di capitale (+4%) e cooperative (+3,1%) da quella stentata delle imprese individuali (+0,4%), la forma giuridica ancora preponderante (oltre il 60% di tutte le imprese femminili). Sempre meno appeal viene dalla formula della società di persone, adottata dal 22,4% delle imprese femminili ma in ripiegamento dello 0,9% nei dodici mesi considerati.
di Vittorio Bellagamba
07/03/2012