In Abruzzo la prima provincia per numero di imprese giovanili è Chieti
In un’Italia in crisi demografica oltre che economica, anche il tessuto imprenditoriale “invecchia”. Rispetto al 2010, infatti, l’incidenza delle imprese giovanili (intendendo con questa espressione le ditte individuali il cui titolare abbia meno di 35 anni ovvero le società di persone in cui oltre il 50% dei soci abbia meno di 35 anni oppure le società di capitali in cui la media dell’età dei soci e degli amministratori sia inferiore allo stesso limite d’età) scende dall’11,8% del 2010 all’11,4% del 2011.
Controllando i dati che riguardano la nostra Regione, in Abruzzo la prima provincia per numero di imprese giovanili è Chieti con 5080 imprese con un’incidenza del 10,7% sul totale regionale e dello 0,7% sul totale nazionale.
Subito dopo Chieti c’è la provincia di Teramo con 4499 imprese, lo 0.6% sul totale nazionale. Poi è la volta della provincia di Pescara con 4163 imprese giovanili, 11,6% di incidenza sul totale provinciale e lo 0,6% su quello nazionale.
L’Aquila è l’ultima provincia per numero di imprese under 35 (4096)con un’incidenza del 13,1% sul totale provinciale e dello 0,6% sul totale italiano.
Questi dati sono stati forniti da UNIONCAMERE e rielaborati per l’Abruzzo dall’agenzia Dalla A alla V.
Come mostra l’Osservatorio di Unioncamere sull’imprenditorialità giovanile, elaborando i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio, le attuali 700mila imprese di under 35 calano del 3,6% rispetto al 2010 (per complessive 26mila unità in meno). La riduzione si spiega sia con il superamento della soglia dei 35 anni da parte di un cospicuo numero di imprenditori, usciti, così, dal campo di osservazione, sia, parallelamente, con un rallentamento delle iscrizioni di imprese giovanili, che è stato accentuato soprattutto nella seconda metà dell’anno. Il 2011, comunque, si chiude con 135mila giovani che, pur in uno scenario economico non certo favorevole, hanno deciso di avviare una nuova iniziativa imprenditoriale.
“135mila giovani hanno scommesso anche quest’anno, in piena crisi economica, sull’impresa per trovare risposta alle loro legittime aspirazioni di affermazione professionale”, ha evidenziato il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “E’ la testimonianza che il ‘fare impresa’ è una componente essenziale del Dna degli italiani ed un valore in cui continuare a credere con convinzione e con fiducia”.
di Vittorio Bellagamba
02/03/2012