In Italia+7,1% in un anno per
Abruzzo: crescono del 2,41% le imprese del take away
In Abruzzo crescono in maniera considerevole le imprese che producono piatti pronti, precotti o take away. Nel biennio 2010/2011 l’industria alimentare e della ristorazione senza somministrazione è aumentata del 2,4% e le imprese abruzzesi passano da 2695 a 2760. La provincia più virtuosa è quella di Teramo con un aumento del 4,2%: da 589 imprese nel 2010 si passa alle 614 del 2011. Al secondo posto c’è la provincia di Pescara: il suo trend positivo fa registrare un +3,0% (da 634 imprese nel 2010 a 653 imprese nel 2011). Segue poi la provincia di Chieti che si attesta su un +1,7% nel biennio (da 908 a 923 imprese), mentre L’Aquila arriva ad un +1,1%, passando da 564 a 570 industrie di ristorazione.
L’indagine è stata commissionata dalla Camera di Commercio di Milano e i dati riguardanti le imprese abruzzesi sono stati elaborati dell’agenzia stampa Dalla A alla V.
Il settore cresce anche in tutta Italia: aumentano del 7,1% le imprese di ristorazione senza somministrazione, portando a 30.297 le attività nel 2011, contro le quasi 28.300 del 2010, con un peso del 33,9% sul totale delle imprese italiane del settore alimentare. Ma in generale è tutto il sistema alimentare a crescere, +2,4% in un anno, con punte in Lombardia (+5,5%), Molise (+4%) e Umbria (+3,6%). Per concentrazione di imprese prima è la Lombardia che precede di un soffio la Campania (11,4% e 11,1% il peso delle rispettive regioni); sul podio anche la Sicilia, con il 10,7% delle imprese nazionali. Tra le province, Napoli guida la classifica con 4.524 imprese (5,1% del totale italiano), seguita da Roma (4.243, 4,8%), Torino (2.856, 3,2%) e Milano (2.756, 3,1%).
Tra i settori più dinamici, considerando i valori assoluti, spiccano i dati relativi alle imprese che producono pasti da asporto con 29.595 attività ed un peso pari al 33,2% del totale del settore alimentare, in crescita del 7% rispetto al 2010. Numerosi anche i produttori di pane e prodotti di pasticceria (26.752 attività, 30% del totale) e i produttori di paste alimentari e cous cous (5.169 attività, 5,8%).
di Vittorio Bellagamba
03/02/2012