Abruzzo, diminuiscono i protesti
La crisi ha insegnato agli abruzzesi a fare più attenzione al portafoglio. Grazie anche a questo nuovo atteggiamento più oculato nei confronti delle spese, nel 2010 nella nostra regione si è palesata una visibile frenata dei protesti rispetto all'anno precedente che ha fatto fermare il conto delle promesse non onorate intorno ai quasi 112 milioni di euro contro i 118 milioni del 2009. Nel 2009 i protesti in Abruzzo si sono ridotti del 7.3%nel numero e del 5%in valore.
Nella classifica provinciale abruzzese relativa agli effetti protestati, la prima risulta essere Chieti con 12.426 protesti per un importo di 44.891 milioni di euro. Segue Pescara con 9.446effetti protestati il cui importo ammonta a 28.037 milioni di euro, Teramo con 7849 per 23.281 milioni di euro e infine L'Aquila con 5.685 protesti e un importo pari a 15.669 milioni di euro. Per quanto riguarda gli assegni protestati al 2010, continua ad essere Chieti la provincia capofila di questa graduatoria. Ammontano a 3.024 il totale degli assegni protestati per un importo di 17.187 milioni di euro, segue Pescara (numero assegni 2.033, importo 13.123 milioni di euro), L'Aquila (1.165 assegni scoperti, importo 6.602 milioni di euro), chiude Teramo (1.747 assegni protestati, per un importo di 9.517 milioni di euro). Infine uno sguardo alle cambiali. In testa alla classifica resta la medesima situazione. A Chieti il maggior numero di protesti di questa natura (9.220, importo 23.070 milioni di euro). Seguono Pescara (7.357 cambiali, importo pari a 14.848 milioni di euro) Teramo ( 6.036 cambiali, importo pari a 13.705 milioni di euro) e L'Aquila con 4.501 cambiali, importo pari a 9.026 milioni di euro. Questo quanto emerge da un’elaborazione di InfoCamere su dati Registro informatico dei protesti nei primi 5 mesi del 2010, i cui dati per l’Abruzzo sono stati elaborati dall'agenzia giornalistica Dalla A alla V. A livello nazionale, nel 2010, si è registrata una visibile frenata del fenomeno dei protesti rispetto all’anno precedente e che ha fatto fermare il conto delle promesse non onorate alla cifra di poco più di 3,8 miliardi di euro, contro i quasi 4,5 del 2009.
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di Vittorio Bellagamba
22/04/2011