Malgrado i tempi di crisi, “tengono” le imprese rosa abruzzesi
Donne abruzzesi tenaci e coraggiose. L'imprenditoria rosa della nostra regione, nonostante abbia risentito anch'essa della negativa congiuntura economica, dimostra maggior vitalità rispetto a quella maschile. Alla fine del 2009 sono complessivamente 94.776 le imprese registrate di cui 28.752 sono gestite da donne. Se tuttavia rispetto all'anno precedente le imprese maschili sono in flessione dell'1%, ovvero -685 unità, quelle femminili diminuiscono dello 0,7%, cioè di -209 unità evidenziando quindi, oltre che una maggior resistenza, anche una maggiore vivacità. Per quanto riguarda la forma giuridica, la micro-imprenditoria femminile che si esprime nella forma dell’impresa individuale rappresenta poco più di un quarto (il 25,6%) dell’intero stock delle imprese che adottano questo tipo di forma giuridica. Sul territorio regionale, questa percentuale varia da un massimo del 34% (Molise) a un minimo del 20,4% (Trentino Alto Adige). Oltre al Molise, il ‘muro’ del 30% di imprese individuali con a capo una donna è superato dalla Basilicata (31,5%) e dall’Abruzzo (30,3%). Stessa distribuzione delle piazze d’onore nella graduatoria delle imprese di donne immigrate: nell’ordine Molise (33,1%), Basilicata (30%) e Abruzzo (27,3%). In quelle di rincalzo appaiono invece altri territori e, segnatamente, la Campania (26,1%), la Puglia (23,1%) e la Sicilia (22,7%). Significativo in proposito il contributo dell’immigrazione al mantenimento dell’imprenditoria femminile: sono complessivamente 1.768le imprese con titolari donne provenienti da nazioni extracomunitarie, in crescita del 4,7% nel primo semestre del 2009 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Questi i dati più significativi che emergono dalla foto scattata dall’Osservatorio dell’Imprenditoria femminile, l’indagine realizzata da Unioncamere e Registro delle Imprese delle Camere di Commercio, i cui dati per l'Abruzzo sono stati elaborati dall'agenzia giornalistica Dalla A alla V. Lo studio evidenzia inoltre l'andamento provinciale delle imprese femminili: Pescara, all'ottavo posto nella graduatoria delle province italiane per incremento percentuale, è l'unica provincia abruzzese a far registrare un saldo positivo nel bilancio delle imprese femminili con +0,5, seguono le province di Teramo (al 34° nella graduatoria nazionale) con -0,4%, Chieti (al 40° nella graduatoria nazionale) e L'Aquila (all'88° nella graduatoria nazionale) che fa segnare la flessione maggiore con -2,4%. Anche a livello nazionale, al contempo, la crisi economica morde l’imprenditoria femminile, ma come nell’anno precedente, le ‘capitane’ d’impresa resistono meglio rispetto ai colleghi uomini. Pur chiudendo l’anno con il segno meno, per le imprese individuali a conduzione femminile il bilancio 2009 è meno pesante: -1,2% (pari a 10.130 unità in meno), contro il -1,6% fatto registrare dai colleghi uomini. A sostenere la migliore tenuta delle imprese al femminile hanno contribuito in maniera significativa le attività avviate da donne immigrate da paesi non appartenenti all’Unione Europea, il cui saldo è stato positivo per poco più di 3mila unità (il 6,4% in più rispetto al 2008). Alla fine del 2009, pertanto, la quota dei titolari donne di ditte individuali sul totale risultava leggermente aumentata rispetto al 2008 (dal 25,5 al 25,6%), e corrispondente ad uno stock di titolari donne pari a 862.894 unità, concentrate soprattutto nel commercio, nell’agricoltura e nei servizi. Per visualizzare la tabella cliccare su "download"
di Vittorio Bellagamba
08/03/2010