Abruzzesi tenaci, crescono le imprese nonostante il sisma e la crisi
Nonostante la sfavorevole congiuntura economica e gli eventi sismici che hanno caratterizzato il 2009, gli abruzzesi non hanno perso la grinta e la voglia di “fare impresa”. Parlano i numeri: a novembre di quest'anno, infatti, le nuove imprese ammontano a 1.067 unità a fronte di 9.270 iscrizioni e 8.203 cessazioni. Questo, in sintesi, quanto emerge da un'indagine dell'Unioncamere e Registro delle Imprese i cui dati per l'Abruzzo sono stati elaborati dall'agenzia giornalistica Dalla A alla V che ha inoltre evidenziato il trend provinciale della nati-mortalità imprenditoriale. Dall'analisi dei dati si evince infatti che il terremoto non ha spento l’intraprendenza degli abruzzesi, se la regione nel suo complesso registra un incremento di 1.067 imprese, 394 di esse ha sede proprio all’Aquila (1.975 le iscrizioni e 1.581 le cessazioni), ventunesima della classifica provinciale per espansione della base produttiva. Seguono le province di Pescara con 286 (2.353 le iscrizioni e 2.067 le cancellazioni), Teramo con 246 (2.355 le iscrizioni e 2.109 le cancellazioni) e Chieti con 141 (2.587 le iscrizioni e 2.446 le cancellazioni).
Nel contempo, a livello nazionale, nei primi undici mesi dell'anno il numero di aziende è cresciuto di 26.122 unità, come risultato di 359.108 aperture e 332.986 chiusure, raggiungendo il numero di 6.097.369 imprese. La parte da leone l’hanno fatta in questi primi 11 mesi due regioni, Lombardia e Lazio, da sole in grado di generare il 63% del saldo complessivo, e le società di capitali, che, con un differenziale positivo di oltre 42mila imprese, compensano il calo delle ditte individuali (che si riducono di oltre 22mila unità) e surclassano nella crescita le società di persone (+2.078) e le Altre forme giuridiche (+4.489).
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di Vittorio Bellagamba
23/12/2009
